Bike da La Thuile
Bike da La Thuile
Difficoltà
16,7km
Distanza+679m
Elevazione positiva-921m
Elevazione negativaIncorpora questo articolo per accedervi offline
Fra La Thuile e La Rosière lungo montagne che in inverno accolgono gli sciatori si trova un itinerario transfrontaliero che si sviluppa su belle poderali e sentieri, attraversa boschi e praterie alpine e regala preziosi punti panoramici.
Una pedalata energizzate nella natura che stimola anche la mente: tante tappe da concedersi per riempirsi gli occhi di cultura e bellezza. Un percorso che richiede un po’ di allenamento se affrontato con una bicicletta muscolare, ma che diventa adatto ai più con una e-bike. Una pedalata energizzate nella natura che stimola anche la mente: tante tappe da concedersi per riempirsi gli occhi di cultura e bellezza.
Una pedalata energizzate nella natura che stimola anche la mente: tante tappe da concedersi per riempirsi gli occhi di cultura e bellezza. Un percorso che richiede un po’ di allenamento se affrontato con una bicicletta muscolare, ma che diventa adatto ai più con una e-bike. Una pedalata energizzate nella natura che stimola anche la mente: tante tappe da concedersi per riempirsi gli occhi di cultura e bellezza.
Descrizione
Lasciata l’auto al parcheggio delle funivie di La Thuile, utilizzare in sequenza la seggiovia Bosco Express e Chalet Express, attrezzate per il trasporto biciclette nel periodo estivo, a servizio del comprensorio bike. Una volta giunti in cima alla quota di 2350 m circa, prendere la strada in discesa fino a raggiungere la poderale che sale da Les Suches. Procedere in salita per 3 chilometri circa e 260 m di dislivello, fino al colle del Monte Belvedere (2580 m.s.l.m. circa). Svoltare a sinistra per raggiungere la stazione di arrivo dell’impianto Bellecombe 2. Mantenendosi a fianco degli impianti di risalita e seguendo i tracciati delle strade poderali si scende fino a quota 2200 m. Poco prima della stazione di partenza dello skilift Bellecombe 1 prendere a destra lasciando la strada poderale finora percorsa. Ci si ritrova a pedalare su un percorso tra i prati che conduce verso il colle del Piccolo San Bernardo. Giunti all’Ospizio, attraversare la strada asfaltata, tenere la zona umida alla propria destra e imboccare il sentiero dietro all’edificio. Al bivio del sentiero mantenersi a sinistra costeggiando il torrente in discesa. Raggiunta nuovamente la strada asfaltata seguirla in discesa per circa 1 km, poi imboccare la strada sterrata a destra che porta al lago Les Gouillons. Da qui seguire il percorso in discesa su sentiero per circa 1,5 km e 150 m D- che costeggia il Torrent du Reclus. Giunti alla strada poderale prendere a sinistra e in salita raggiungere nuovamente la strada asfaltata che occorre seguire per circa 1,25 km. Imboccare a sinistra il percorso sterrato che costeggia la strada asfaltata fino alla partenza dell’impianto Clarines. Imboccare nuovamente l’asfalto fino all’abitato di La Rosière, poi salire, seguendo le indicazioni verso Les Chavonnes Hautes e la zona dove si trova il Golf de La Rosière.
Partenza : La Thuile
Arrivo : La Rosière
3 I patrimoni da scoprire
Terres Noires
Il nome Terres Noires rimanda subito al colore scuro degli affioramenti rocciosi che si trovano in questa zona, legati alla presenza di carbone.
A livello geologico ci troviamo in una ampia fascia antracifera che parte dalla Maurienne in Savoia e si estende in Valle d’Aosta passando per il Piccolo San Bernardo per proseguire in Svizzera. L’antracite è un carbone fossile a elevato contenuto di carbonio che deriva dalla trasformazione di antichi depositi vegetali rimasti intrappolati durante la sedimentazione sul fondo marino. Nel 1749, su ordine del re Carlo Emanuele III, l’ispettore delle miniere Nicolas de Robilant, fece sopralluoghi anche in questa zona descrivendo vasti affioramenti di carbone utilizzati come combustibile per la lavorazione dei metalli, per alimentare forni da calce e riscaldamento domestico.
Terres Noires viene anche ricordato per un episodio sanguinoso avvenuto alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nell’agosto del 1944.
Le truppe tedesche in ritirata dalle valli del Rodano dopo lo sbarco degli Alleati e la progressiva liberazione dei territori occupati fanno razzie lungo il cammino e prelevano un gruppo di 28 ostaggi civili savoiardi per proteggersi dalle guerriglie partigiane.
Poco dopo il Colle del Piccolo San Bernardo i prigionieri furono fucilati e seppelliti in due fosse comuni. I loro corpi vennero rinvenuti solo nell’estate del 1945 allo sciogliersi delle nevi. Il 28 luglio 1945 si tennero i solenni funerali a Moûtiers alla presenza di una grande folla. Un monumento ricorda questo episodio.
A livello geologico ci troviamo in una ampia fascia antracifera che parte dalla Maurienne in Savoia e si estende in Valle d’Aosta passando per il Piccolo San Bernardo per proseguire in Svizzera. L’antracite è un carbone fossile a elevato contenuto di carbonio che deriva dalla trasformazione di antichi depositi vegetali rimasti intrappolati durante la sedimentazione sul fondo marino. Nel 1749, su ordine del re Carlo Emanuele III, l’ispettore delle miniere Nicolas de Robilant, fece sopralluoghi anche in questa zona descrivendo vasti affioramenti di carbone utilizzati come combustibile per la lavorazione dei metalli, per alimentare forni da calce e riscaldamento domestico.
Terres Noires viene anche ricordato per un episodio sanguinoso avvenuto alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nell’agosto del 1944.
Le truppe tedesche in ritirata dalle valli del Rodano dopo lo sbarco degli Alleati e la progressiva liberazione dei territori occupati fanno razzie lungo il cammino e prelevano un gruppo di 28 ostaggi civili savoiardi per proteggersi dalle guerriglie partigiane.
Poco dopo il Colle del Piccolo San Bernardo i prigionieri furono fucilati e seppelliti in due fosse comuni. I loro corpi vennero rinvenuti solo nell’estate del 1945 allo sciogliersi delle nevi. Il 28 luglio 1945 si tennero i solenni funerali a Moûtiers alla presenza di una grande folla. Un monumento ricorda questo episodio.
Ospizio del Piccolo San Bernardo
L’ospizio del Piccolo San Bernardo è ancora oggi simbolo di ospitalità per tutti coloro che percorrono questa via fra le montagne. La sua storia è legata alla figura di San Bernardo, arcidiacono di Aosta che intorno al 1050 fece edificare un ospizio e una chiesa servita da religiosi dipendenti dal monastero di San Pietro nel Vallese svizzero.
L’ospizio fu affidato nel 1113 all’ordine dei monaci di Saint-Gilles di Verrès. Un nuovo ospizio venne costruito per volere di San Pietro II, arcivescovo di Tarantasia, poco più a Sud, nella posizione attuale.
L’edifico conobbe alterni periodi di degrado e prosperità. Dal 1752 il suo nome viene abbinato all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e sulla facciata compare l’emblema crociato dell’Ordine Mauriziano.
Nel 1860 arriva l’Abate Chanoux che contribuì a garantire, sia in estate che in inverno, l’ospitalità per 50 anni. Nel 1920 l’ospizio fece registrare un record di passaggi, oltre 21.000 di cui oltre 500 in inverno!
Durante la Il seconda guerra mondiale l’edificio fu devastato e giacque a lungo in rovina. Dall’estate 1995, grazie alla cooperazione tra i Rotary club italiani e francesi, un ospizio rinnovato ed attrezzato con ristorante, camere e punto informazioni turistiche è tornato ad essere l’anima del Colle del Piccolo San Bernardo.
L’ospizio fu affidato nel 1113 all’ordine dei monaci di Saint-Gilles di Verrès. Un nuovo ospizio venne costruito per volere di San Pietro II, arcivescovo di Tarantasia, poco più a Sud, nella posizione attuale.
L’edifico conobbe alterni periodi di degrado e prosperità. Dal 1752 il suo nome viene abbinato all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e sulla facciata compare l’emblema crociato dell’Ordine Mauriziano.
Nel 1860 arriva l’Abate Chanoux che contribuì a garantire, sia in estate che in inverno, l’ospitalità per 50 anni. Nel 1920 l’ospizio fece registrare un record di passaggi, oltre 21.000 di cui oltre 500 in inverno!
Durante la Il seconda guerra mondiale l’edificio fu devastato e giacque a lungo in rovina. Dall’estate 1995, grazie alla cooperazione tra i Rotary club italiani e francesi, un ospizio rinnovato ed attrezzato con ristorante, camere e punto informazioni turistiche è tornato ad essere l’anima del Colle del Piccolo San Bernardo.
I quattro venti e statua di San Bernardo di Mentone
Poco oltre l’ospizio, affacciata sul versante francese del Colle del Piccolo San Bernardo si trova una piccola costruzione in pietra che assomiglia a una garitta con 4 nicchie, una per lato. Fu edificata dall’abate Chanoux, rettore dell’ospizio per 49 anni, dal 1860 fino alla sua morte, per meditare al riparo dal vento, indipendentemente dalla sua direzione. In seguito è stata utilizzata dai doganieri come posto di avvistamento dei contrabbandieri che salivano da valle.
Accanto si trova una imponente statua di San Bernardo da Mentone posta nel 1902 sempre dall’abate Chanoux su un piedistallo in tufo alto oltre 12 m. La figura di San Bernardo è fondamentale per la storia del Colle: fu lui nel 1034 a ricevere mandato di costruire l’ospizio. Il santo, raffigurato con il dito indice puntato verso l’Italia ad indicare la via da seguire per attraversare il passo incarnava, allora come oggi, l’essenza dell’accoglienza. Durante la seconda guerra mondiale il dito andò perso lasciando un pugno proteso in un gesto dall’aspetto più vendicativo.
Accanto si trova una imponente statua di San Bernardo da Mentone posta nel 1902 sempre dall’abate Chanoux su un piedistallo in tufo alto oltre 12 m. La figura di San Bernardo è fondamentale per la storia del Colle: fu lui nel 1034 a ricevere mandato di costruire l’ospizio. Il santo, raffigurato con il dito indice puntato verso l’Italia ad indicare la via da seguire per attraversare il passo incarnava, allora come oggi, l’essenza dell’accoglienza. Durante la seconda guerra mondiale il dito andò perso lasciando un pugno proteso in un gesto dall’aspetto più vendicativo.
Profilo altimetrico
Raccomandazioni
Il percorso completo risulta impegnativo per la presenza di tratti sia in salita che in discesa dalle pendenze elevate.
Accesso stradale e parcheggi
Il percorso si sviluppa tra La Thuile in Italia e La Rosière in Francia
Arrivando dall’Italia: SS 26 della Valle d’Aosta fino a La Thuile
Arrivando dall’Italia: SS 26 della Valle d’Aosta fino a La Thuile
Parcheggio :
La Thuile parcheggio funivie. La Rosière centro paese
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